Immaginate una giornata di pioggia, piove di traverso, il vostro ombrello è rotto, in ufficio è stato un inferno, il vostro partner si è impegnato nel farvi innervosire, ed avete il cellulare scarico… a questo punto penserete che nulla nell’universo conosciuto possa migliorare la vostra posizione, ma vi sbagliate…

Immaginate un bar, il vostro Bar, i vostri amici, il bancone, e la figura sorridente e famigliare che lo sovrasta, ora guardate l’orologio, sono le 19.12 di un mercoledì di pioggia, e non importa, perché state per prendere parte ad uno dei rituali più importanti della giornata… l’Aperitivo.

Momento di aggregazione, ottimo per socializzare, indicato per riflettere soli, per alcuni semplice intrattenimento in attesa della prenotazione al ristorante, per altri imprescindibile dettame per una serata perfetta, ad ognuno libera interpretazione.

Vorrei focalizzare la vostra attenzione al bancone, sulla figura “mitologica” del Barman, egli come la Sfinge egizia vi porrà una domanda: “cosa bevi?”, non esiste una risposta giusta o sbagliata, ordinare ciò che piace è la base democratica del Bar, esiste però una risposta scontata.

Gradite del vino, magari una bollicina, ottimo, preferisco a cena.

Una fresca e fragrante birra, adoro la birra, al pub.

Io ordinerei un cocktail ed oggi vi propongo uno dei miei favoriti, l’Americano.

Bitter e vermouth rosso si abbracciano nel ghiaccio massaggiati dalle bollicine della soda, una fetta di arancia e una scorzetta di limone suggellano l’unione, il primo sorso vi strappa un sorriso.

Cocktail elegante e di semplice esecuzione, si costruisce nel bicchiere, consigliato un old fashioned,

parti uguali di bitter e vermouth rosso, ghiaccio, primo ingrediente di ogni cocktail, soda o acqua frizzante, il mio amico Bond usa Perrier, della guarnizione ne abbiamo già parlato.

L’Americano nasce in Italia nei primi del ‘900 e deve il suo nome al concetto di somministrazione   in voga negli States in quel periodo, “on the rock’s”, servito con ghiaccio, fino a quel momento il trend prevede di servire i cocktail privi di ghiaccio in coppa. Una rivoluzione non da poco.

Esiste però una leggenda sull’Americano, si racconta che il cocktail viene creato in onore di Primo Carnera, il primo pugile italiano a vincere la cintura dei pesi massimi. Un evento sportivo entrato nella storia, Primo Carnera, “la montagna che cammina”, “il gigante buono” sconfigge John Shirley e si aggiudica il titolo mondiale dei pesi massimi. Immaginate il Madison Square Garden di New York gremito di italiani, tutti inneggiano il proprio campione, tutti vogliono festeggiare, la naturale conseguenza è l’Americano.

Sono un romantico, mi piace pensare e raccontare, che in una notte d’Estate del 1933, un pugile, un italiano, è diventato una leggenda ed abbia ispirato un cocktail leggendario…Cheers!!!

 

Oleg Radice